Assolta giocatrice di curling: "Contaminazione nei rapporti intimi col marito". Perché questa sentenza del Tas è un precedente pro-Sinner

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Il Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) di Losanna martedì 14 gennaio ha assolto la giocatrice canadese di curling BrianeHarris, condannata a una squalifica di 4 anni per doping dopo essere risultata positiva alla sostanza vietata Ligandrol. Questa decisione rappresenta un importante precedente per Jannik Sinner, attualmente impegnato agli AustralianOpen, che il prossimo 16 e 17 aprile affronterà il suo caso proprio davanti al Tas. La giocatrice di curling infatti è stata assolta con la formula “no fault or negligence“, ovvero nessuna colpa o negligenza. È la stessa formula con cui l’Itia e la Federtennis mondiale hanno scagionato Sinner dall’accusa di doping, prima che la Wada contestasse questa decisione e facesse appunto ricorso di fronte ai giudici di Losanna.

Briane Harris era stata inizialmente sospesa per quattro anni dopo essere risultata positiva al Ligandrol, un integratore noto per stimolare la produzione di testosterone, aumentare la massa muscolare magra e ridurre quella grassa. Tuttavia, la canadese è riuscita a dimostrare la propria innocenza sostenendo che la contaminazione fosse avvenuta in modo del tutto involontario e inconsapevole, attraverso i rapportiintimi con il marito. Quest'ultimo, senza informarla, faceva uso della sostanza, ignorando che fosse vietata dalle regole anti-doping e che potesse essere trasmessa tramite lo scambio di fluidicorporei.

Qui arriva il concetto chiave che fa diventare questa sentenza un precedente pro-Sinner: il Tas di Losanna ha infatti accolto la tesi di Harris, sottolineando come l'atleta di curling avesse adottato tutte le precauzioni possibili per evitare contaminazioni, come l'astensione dal condividere cibi o bevande in pubblico e in privato. Nel dispositivo della sentenza, il Tas ha evidenziato che Harris non era a conoscenza dell'uso del Ligandrol da parte del marito e che non avrebbe potuto prevedere il rischio di contaminazione. Dopo undici mesi di sospensione, la giocatrice è stata quindi assolta e potrà tornare immediatamente a competere.

Ci sono delle analogie con il caso che riguarda Sinner. Il tennista numero 1 al mondo è risultato positivo al Clostebol durante due controlli effettuati a marzo 2024. La concentrazione rilevata nei test è stata descritta come infinitesimale e la contaminazione è avvenuta attraverso un massaggio effettuato dal suo ex fisioterapista, GiacomoNaldi. Sinner, è stata la sua difesa accolta dall’Itia, non poteva sapere che il fisioterapista aveva utilizzato una pomata a base di Clostebol per curare una ferita al dito e che avrebbe potuto causare una contaminazione transdermica attraverso i massaggi. Inoltre, stando alla sentenza che lo ha scagionato, Sinner come Harris ha fatto tutto il possibile per creare attorno a sé un ambiente che lo mettesse al riparo da sostanze vietate. La Wada però ha chiesto una squalifica tra 1 e 2 anni, accusando Sinner di non aver adottato tutte le misure adeguate per evitare la contaminazione. Insomma, non lo ha riconosciuto "non colpevole e non negligente". Il Tas dovrà pronunciarsi il 16 e 17 aprile e, come nel caso della canadese, valutare proprio se l'atleta abbia fatto tutto il possibile per evitare la contaminazione accidentale.

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