Caos treni, abbiamo il ministro dei Trasporti più incompreso della storia repubblicana
Oggi alle 11:24 AM
di Paolo
Il ministro dei Trasporti è l’uomo più incompreso della storia della Repubblica.
Premetto che secondo me questo lavoro gli spettava di diritto e non solo perché è sempre stato uno che si sapeva muovere; lo penso da quando lessi, in un allegato di Trenitalia, il seguente paragrafo sulla fruibilità del biglietto: “Il viaggio di andata deve essere obbligatoriamente effettuato prima di quello di ritorno“. C’è il comico Maurizio Battista che ci faceva uno sketch, ma il testo esiste veramente.
Le malelingue dicono che non stia facendo nulla, quando è esattamente il contrario. E’ la sua natura di factotum che gli impone di occuparsi anche di altri ministeri. Pensateci bene: il sistema ferroviario può avere problemi di manutenzione, ma chiodi che spuntano, cavi tranciati, piogge intense, vento che trasporta oggetti estranei, invasione di cavallette, zanzare, mosche e rane, non possono essere un mero disservizio. Gli italiani ingrati dovrebbero fare solo tre cose: lasciare a casa i figli maschi primogeniti, curarsi l’ulcera e ringraziare perché il nostro ministro è uno che si sporca le mani.
Infatti si sta già preparando per il Viminale e non c’è cosa migliore nel far rispettare l’ordine pubblico che fermare i treni sospetti. Ci provò il ministro dell’Agricoltura, ma con magri risultati. Chi può dire cosa trasportino: immigrati da una regione all’altra, famiglie omogenitoriali fuggitive, rapper comunisti, nutrie infestanti, pervertiti che amano la natura, gente che si nasconde dietro la mascherina, vaccino-dipendenti, fondamentalisti napoletani ed estremisti nomadi o estremamente pendolari.
Inoltre chi può dire se il macchinista non si sia spippettato qualcosa? Rientra forse in una postilla del nuovo codice della strada. Sono pure più difficili da individuare perché potrebbero camminare dritti faciliti dai binari, anche quando non sono in grado di farlo su una linea retta.
Tra l’altro faccio qui la mia denuncia: mio nipote ha subito un ritardo di due ore e Trenitalia gli ha fornito una scatola con dentro: un biscotto, dei taralli, delle salviette e non ci volevo credere… una bottiglia di plastica con il tappo che non si stacca. Lo vedete che ha ragione a fermare i treni? E se una di quelle bottigliette fosse finita nelle mani sbagliate? Lo so, è dura ammettere di aver malgiudicato qualcuno.
Anche il Fatto Quotidiano riconosce lo sbaglio infatti scrive: “Giornata di passione…“, gli ignoranti penseranno a sofferenze e patimenti, quando si tratta della passione per il proprio lavoro e il nostro ministro ne ha da vendere. A noi subirla con riconoscenza.
Poi c’è bisogno di muoversi così tanto? Gli ex-percettori del reddito di cittadinanza pur di non darla vinta al ministro, sarebbero capaci di alzarsi dal divano e cercarsi un lavoro umiliante e sottopagato. Non dimentichiamo i malati che vogliono gettare cattiva luce sulla sanità regionalizzata e che sono disposti a curarsi altrove, pur di mettersi di traverso sulla strada del federalismo. Quanto bisogna essere meschini per ingegnarsi così?
Ad onor del vero, i trasporti non sono comunque facili da gestire, ci sono un sacco di cose che si spostano, altre lasciano il tempo che trovano, gente che sale e scende, nessuno che plauda al risparmio dovuto all’uso della medesima scala, poi diciamolo: la vita frenetica è una piaga da debellare. Lo vogliamo dire un grazie perché ci si prende cura di questo risvolto sociale? Credo si stia già provvedendo a sostituire l’acqua con una bottiglietta d’amaro.
Certamente ai più non sarà sfuggito il progetto auto blu. Per ora i politici in primis, si stanno sacrificando come cavie per testare il sistema. Il progetto consiste nel fornire ad ogni italiano pagante e con Isee adeguato, un’auto dello Stato al fine di dismettere i vetusti treni. Nella seconda fase si prevedono delle auto di scorta per i vincitori nordici e caucasici del concorso Vinci Salvini, che soppianterà di fatto la fallimentare lotteria degli scontrini.
Per il resto, buon viaggio.
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