Feltri ai musulmani come me 'sparerebbe in bocca': se parlassi così io contro un giornalista?
Oggi alle 11:50 AM
“Ai musulmani sparerei in bocca e non mi vergogno di considerarli razza inferiore”. Non è Benito Mussolini, ma VittorioFeltri, intervenuto alla Zanzara nel novembre scorso, a suggerire quello che c’è da fare. In un paese normale, non l’Italia, a Feltri non sarebbe più permesso scrivere su una testata e ci sarebbe stata una levata di scudi, perfino dal mondo della politica. Ma si sa, Feltri è Feltri, allora dopo una querela-denuncia dell’Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche in Italia, su X Vittorio si scusa: era una battuta. Uno scherzo di gusto discutibile, dice.
Ma se io, da musulmano, dicessi che a qualche giornalista sparerei in bocca, credereste che è solo una battuta? La risposta è ovviamente no. Sarei andato incontro ad un processo mediatico e giudiziario. Ci si sarebbe domandati se la mia voglia di esplodere un colpo in bocca a qualcuno derivasse dal mio credo religioso, quindi terrorista. Non ci sarebbe stato scampo. Nicola Porro si sarebbe affrettato a fare una puntata speciale, reiterando l’idea che i musulmani non sono favorevoli alla libertà di opinione. In aggiunta, ovviamente, al disprezzo della vita.
Pensate siano solo pronostici campati in aria? Non è così. Il problema è quello dei due pesi e delle due misure: a Feltri è permesso e concesso tutto, perfino di fare "battute" in cui considera i musulmani "una razza inferiore" – anche se la razza non esiste, semmai il "credo" religioso. Non c’è indignazione politica, né giornalistica. Siamo in balia del: si può dire tutto, tutto è perdonabile. E’ l’Italia, quella capace di riempire la carta stampate di articoli se un politico siriano radicale, Ahmad al Sharaa, non stringe la mano alla ministra degli esteri tedesca, ma è incapace di esprimere una condanna per un abuso verbale che dovrebbe naturalmente trovare condanna unanime, perfino a destra. Ma tanto è tutto solo un’altra Feltrinata.
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