Il nuovo Codice della strada e i diversi test salivari usati dalla forze di polizia: "Possono giudicare lo stesso caso in modo differente"
Oggi alle 02:06 AM
Test salivari differenti, prodotti da aziende diverse, possono "condurre a giudicare lo stesso caso in modo non univoco". È questa una delle tante criticità relative al nuovo articolo 187 del Codice della strada, così come recentemente modificato ed entrato in vigore il 14 dicembre. La novità principale è, come noto, l’avere eliminato il riferimento allo "stato di alterazione psico-fisica" per chi guida dopo avere assunto sostanzestupefacenti o psicotrope. La sola positività, tramite test salivare, comporterà così la punibilità, anche se il risultato del test è stato causato da un'assunzione avvenuta molte ore prima e il soggetto non presenta alcuna alterazione: quindi, in attesa dei successivi accertamenti, ritiro immediato della patente e rischio di processopenale (con una pena che va dai sei mesi a un anno di arresto).
Le differenze tra i vari test –Venuta meno la necessità di appurare lo stato di alterazione psico-fisica del conducente, i test salivari – introdotti già negli anni passati – assumono pertanto sempre più centralità nell’accertamento delle violazioni dell’articolo 187 del Codice. Come spiegano a ilfattoquotidiano.it il professor Stefano D'Errico e il dottor Elio Santangelo – rispettivamente direttore e dirigente medico presso la SC (UCO) Medicina Legale dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina – "ciascuno strumento di misura ha delle caratteristiche che lo contraddistinguono e che possono attenere a: tipologia e numero di sostanze che si possono individuare nel campione biologico esaminato; valore soglia (cut-off) di concentrazione di ciascuna sostanza indagata in base al quale viene determinata la positività o meno del campione analizzato; ‘limiti di esercizio’ dello strumento, ad esempio relativi alle temperature di stoccaggio e a quelle di utilizzo". Ciò comporta che "ciascuno di questi elementi, in sé e per sé considerato, di fatto, non insiste negativamente sulla correttezza dell'esito dell'accertamento, ma va considerato che l'utilizzo di test con caratteristiche differenti, astrattamente può condurre a giudicare lo stesso caso in modo non univoco".
Le conseguenze –In Italia, infatti, le diverse forze di polizia acquistano e utilizzano test salivari differenti. Come riscontrabile dalle procedure di fornitura pubblicate online, la Polizia Stradale, ad esempio, utilizza il SoToxa Mobile Test System, mentre i Carabinieri il test DrugWipe 5S. "Se due strumenti utilizzano un valore di cut-off diverso per la medesima sostanza, lo stesso conducente potrebbe risultare positivo a quello che utilizza un valore di cut-off inferiore, ovvero negativo nel caso in cui lo strumento utilizzi un valore di cut-off maggiore. Nel primo caso, ragionevolmente, il conducente non sarebbe quindi sottoposto a ulteriori analisi; nel secondo caso, invece sì", sottolineano D'Errico e Santangelo. Tornando al precedente esempio, infatti, il SoToxa Mobile Test System e il DrugWipe 5S – come da scheda tecnica delle case produttrici – presentano differenze sui limiti di rilevabilità: in quello in possesso dei Carabinieri il risultato è positivo se la concentrazione nella saliva di Thc (il principio attivo della cannabis) è di almeno 10 ng/ml, mentre in quello utilizzato dalla polizia Stradale il limite sale a 25 ng/ml.
Non tutte le sostanze sono rilevabili –"Va però precisato – spiegano D'Errico e Santangelo – che la norma prevede che gli organi di polizia ‘quando si ha altrimenti ragionevolemotivo di ritenere che il conducente del veicolo si trovi sotto l'effetto conseguente all'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope’ possono predisporre (comunque) l'esecuzione di accertamentitossicologicianalitici su campioni di fluido del cavo orale da svolgersi presso laboratoricertificati (che utilizzano metodi analitici di conferma), i quali dispongono di metodologie di analisi in grado di rilevare in modo preciso anche sostanze non altrimenti indagabili con i metodi analitici di screening". I metodi analitici di conferma, infatti, "sono in grado di individuare ciascunasostanzapresente nel campione esaminato, quindi anche sostanze (stupefacenti o psicotrope) potenzialmente non rilevate/rilevabili inizialmente con i metodi di screening". Mentre i test salivari "sono di base preliminari e limitati ad un numero definito di sostanze non sempre identico tra differenti tipi di test in uso".
Il DrugWipe 5S, ad esempio, individua 5 sostanze (come anfetamina, cannabis, cocaina, metanfetamina e oppiacei) mentre quello utilizzato dalla Polizia Stradale, il SoToxa Mobile Test System, oltre a queste rileva anche le benzodiazepine. Nessuno dei due però rileva sostanze come fentanyl o metadone. "È importante evidenziare che tipologia e numero di sostanze (stupefacenti o psicotrope) indagate e/o indagabili, non sono state del tutto definite e, a livello ministeriale, è previsto peraltro un aggiornamentocontinuo delle stesse", spiegano Stefano D’Errico ed Elio Santangelo che hanno già avuto modo di condividere propri contributi e considerazioni tecniche sull’argomento.
La cannabis viene eliminata dall'organismo più lentamente – Altra criticità, legata all’eliminazione del riferimento allo "stato di alterazione psico-fisica" è quella relativa alla permanenza nell’organismo delle sostanze diverse ore (a volte anche giorni) dopo il consumo. Un aspetto che ha provocato diverse polemiche politiche e non solo, mentre molti giuristi si dicono pronti a sollevare la questionedilegittimitàcostituzionale della norma. "Va sottolineato che sostanze diverse tra loro possono presentare affinitàdifferenti per alcune componenti corporee, come avviene per la Cannabis nei confronti del tessutoadiposo. In questo caso, infatti, tale affinità comporta che la sostanza venga eliminata dall'organismo più lentamente rispetto a quanto generalmente avviene nel caso di sostanze che non manifestano questa caratteristica", sottolineano D'Errico e Santangelo. "Un ulteriore elemento da considerare attiene più specificamente a ‘come’ le sostanze sono assunte, in particolare rispetto a: quantità, modalità e frequenza di assunzione. Ad esempio, tanto più l'assunzione è continuativa, tanto più la sostanza rimarrà nell'organismo. Tanto più questa rimarrà nell'organismo – affermano – tanto più a lungo potrà essere rilevata nei liquidi biologici. Inoltre, in base al tipo di campione biologico utilizzato per le analisi (ad esempio sangue, fluido del cavo orale, urina) il tempo di rilevabilità delle sostanze può variare, anche in modo significativo".
Il rischio di falsi positivi – C’è poi la questione dei falsi positivi. In alcuni articoli online si fa riferimento a rischi di positività ai test dopo avere assunto farmacidabanco o alcuni alimenti. "Ciò è astrattamente possibile e dipendente anche in questo caso da molteplici variabili, correlabili ad esempio a cross-reattività con altre sostanze e/o alle modalità di accertamento", dichiarano a ilfattoquotidiano.it i due esperti: "Al di là di queste considerazioni va tuttavia precisato – aggiungono – che, in caso di esito positivo ad un test preliminare (eseguito con metodo analitico di screening), un campione dovrà comunque essere sottoposto ad analisi con metodo analitico di conferma. In tale occasione si avrà quindi modo di appurare con precisione se e quali sostanze contenga il campione biologico del conducente".
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