Tudor: "Alla Juve ho imparato da Lippi e Capello. Ieri ho sentito Lilian Thuram. E ho scelto il capitano"

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“Credo tanto in questa squadra. C’è stato poco tempo per lavorare, ma non ci sono scuse. Nella mia vita non ne ho mai cercate e dai giocatori chiedoresponsabilità“. Una delle principali critiche fatte ai calciatori della Juventus sotto la gestione di ThiagoMotta riguardava proprio il senso di responsabilità. Prendere l’iniziativa, trascinare la squadra anche a costo di correre qualche rischio. Tutto per un solo obiettivo, quello che la Juventus ha da sempre nel suo Dna: la vittoria. Lo sa bene IgorTudor che durante la conferenza stampa di presentazione come nuovo tecnico dei bianconeri ha parlato proprio di questo aspetto: “Qui alla Juve c’è una cultura del lavoro che ho appreso vivendo per 7-8 anni questo ambiente da calciatore, vedendo l'umiltà di gente come Del Piero, Zidane e Montero. In ogni partita c’era la stessa voglia, questa è la Juve. Questo ho cercato di trasmettere alle squadre dove ho allenato e proverò a farlo anche qui”.

Lo “spirito Juve” è al centro della prima conferenza stampa di Tudor. Che sa bene quali tasti toccare e quali totem del passato citare: “Alla Juve ho appreso tanto, da Marcello Lippi a FabioCapello. E' stata una scuola di vita e di tutto. Mi hanno costruito quegli anni lì”. E ancora: “Lippi è l'allenatore che mi ha portato alla Juve e quando penso a lui penso alla Juve. Per il modo di lavorare, di gestire la formazione ed è una persona a cui voglio bene”. Un altro tuffo tra presente e passato: “Ieri ho sentito LilianThuram, abbiamo fatto una bella chiacchierata. Khefren è forte, l'ho già incontrato con il Marsiglia quando lui era a Nizza”. Tudor e Thuram sono stati compagni di squadra: Lilian ha detto a Igor di non frenarsi nel tirare qualche “schiaffo” al figlio se dovesse sgarrare. Risate e aneddoti da vecchia Juve.

Tudor si pone quindi come l’uomo del ritorno alle origini, dopo la sbandata con Thiago Motta: “Le emozioni ci sono, perché la Juve è un club che tutti vorrebbero venire ad allenare. Io starei qui per 10 anni. C’è la voglia di fare bene e di raggiungere l'obiettivo che sappiamo qual è”, ha ammesso il croato prima di svelare com’era l’umore dei giocatori quando li ha incontrati: “I giocatori erano dispiaciuti perché quando un allenatore va via è anche responsabilità loro, ma ho visto una voglia di ripartire. Tutti devono prendersi delle responsabilità e andare nella stessa direzione. Il capitano poi sarà Locatelli, e degli altri 2-3 nomi parleremo nei prossimi giorni. Manuel è un ragazzo che ha le doti giuste per farlo”.

Uno che sicuramente potrà trarre nuova linfa (o almeno spera) da questo cambio di guida tecnico è DusanVlahovic: “È un giocatore fortissimo che ha tutte le doti che deve avere un giocatore di prima classe. È un motivatore e un trascinatore, viene da un momento un po’ così e ne abbiamo parlato. Lui ha voglia di ripartire e questo è bello”. Con Thiago Motta era finito ai margini della squadra. A gennaio, i bianconeri hanno persino preso in prestito Kolo Muani dal Psg, segno evidente di come il futuro del serbo in bianconero pareva destinato a una cessione estiva. Ora, con il cambio d’allenatore, questo scenario potrebbe cambiare. La possibilità di giocare con entrambi dal primo minuto stuzzica infatti le fantasie di Tudor: “Lui e Kolo Muani sono due attaccanti forti e possono anche giocareinsieme. L'importante è avere una rosa forte e io ce l'ho, con giocatori anche giovani che è più stimolante”. Poi, Tudor ha detto: “Kolo Muani l'ho visto ieri la prima volta, è un giocatore fortissimo e l'ho visto giocare con la Croazia. Proveremo ad usarlo nel miglior modo possibile per il bene della squadra”.

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