Assurdo in Brescia-Sampdoria, cori razzisti per Akinsanmiro che replica imitando una scimmia: l'arbitro Massa lo ammonisce
Oggi alle 05:47 AM
L’ennesimo vergognoso episodio di razzismo si abbatte sul calcio italiano. Allo stadio Rigamonti di Brescia, nel match tra i padroni di casa e la Sampdoria, Massimo Coda porta in vantaggio gli ospiti al 33esimo minuto di gioco. Mentre i calciatori blucerchiati festeggiano il gol, il centrocampista nigeriano Akinsanmiro si sfoga con un balletto che ricorda le movenze di una scimmia sotto la curva avversaria. Pochi minuti prima, il giocatore di proprietà dell’Inter aveva segnalato all'arbitro Massa di aver sentito ululati razzisti a lui indirizzati. È stato un brutto pomeriggio di Serie B, perché prima dell’episodio di Akinsanmiro, se n’è verificato uno simile durante Reggiana-Bari.Il calciatore biancorosso Mehdi Dorval è stato vittima di insulti razzisti. Per questi e il lancio di oggetti in campo rivolti al difensore algerino, il match è stato sospeso per 7 minuti.
Racism scandal in Serie B.
Inter owned Sampdoria loanee Akinsanmiro receives racist abuse from Brescia fans & responds after Samp scores as seen below.
Referee books him, likely for inciting crowd, Samp coach subs him off hugging him as he walks off. ????pic.twitter.com/nIhGM6ie6Z— Nima Tavallaey Roodsari (@NimaTavRood) January 13, 2025
Il direttore di gara, accortosi del gesto del classe 2004, lo ammonisce. Akinsanmiro s’innervosisce e poco dopo commette fallo su Dickmann. A quel punto, il suo allenatore Leonardo Semplici, opta per la sostituzione: Ronaldo Vieira prende il suo posto. Il Brescia, alla fine, riesce a pareggiare la gara che termina 1-1. In conferenza stampa, il tecnico della Sampdoria si è espresso sull'accaduto: “Dispiace per Akinsanmiro, era il migliore in campo fino a quel momento. Ho dovuto sostituirlo prima di essere espulso. Sono cose che non dovrebbero accadere, purtroppo in certi momenti le persone si dimenticano di essere umani. Lui è un ragazzo d'oro, non è facile reagire nel giusto modo”.
Se una partita finisce con la punizione di un calciatore vittima di razzismo, mentre gli autori dei beceri cori e ululati restano impunti, è evidente che il calcio italiano ha sbagliato tutto. Accade raramente che le gare vengano sospese anche se le circostanze lo giustifichino. Il regolamento della FIGC è chiaro: in caso di cori, frasi o provocazioni razziste da parte del pubblico la partita deve essere interrotta temporaneamente dall'arbitro. Gli speaker dello stadio leggono quindi un messaggio che spiega i motivi dell'interruzione e chiedono la fine degli atteggiamenti razzisti. Se quando il match riprende si verificano nuovi episodi simili, la gara può essere sospesa per un periodo più lungo ed eventualmente anche interrottadefinitivamente.
Ricordate cos’era successo a Romelu Lukaku all’Allianz Stadium di Torino nell’aprile del 2023? Bersagliato dai supporter bianconeri, il belga segnò su calcio di rigore ed esultò portandosi il dito davanti alla bocca. Lo fece in diverse occasioni quell’anno, ma in quel match acquisì un significato ben preciso: mettere a tacere gli ululati. Lukaku venne però ammonito (e quindi espulso, visto che aveva già ricevuto un cartellino giallo) per aver esultato zittendo i tifosi razzisti. Il direttore di gara era sempre Davide Massa che applicò la norma presente a pagina 95 del regolamento: in caso di festeggiamento di una rete, il calciatore deve essere ammonito se "agisce in un modo provocatorio o derisorio". Una regola incomprensibile se non contestualizzata a dovere. All’epoca dei fatti di Juventus-Inter, Lukaku fu graziato dal presidente federale Gabriele Gravina con un provvedimento senza precedenti, per mettere una toppa a una situazione surreale. Ora cosa accadrà con Akinsanmiro?
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