Migranti in Albania, la nave Cassiopea operativa e pronta ai trasferimenti. Con il rischio di nuovi viaggi a vuoto

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La nave Cassiopea è operativo a sud di Lampedusa e pronto a trasferire altri migranti in Albania. Il governo ha deciso di non aspettare il pronunciamento della Corte di giustizia europea e di riattivare il noto Protocollo. Ai primi di novembre, il tribunale di Roma aveva sospeso il giudizio sulle convalide dei trattenimenti in Albania, rinviando alla Corte Ue la questione dei “Paesi d’origine sicuri”. Decisioni che, almeno dal punto di vista giuridico, hanno di fatto messo in stallo i trasferimenti in Albania di migranti provenienti da Paesi d’origine che l’Italia considera sicuri. Con la legittimità dei trattenimenti oggetto di rinvio pregiudiziale alla Corte europea, che ha fissato una prima udienza per il 25 febbraio, appare improbabile che i prossimi giudici italiani investiti delle stesse valutazioni non sospendano a loro volta il giudizio. E questo anche se la competenza delle convalide è stata affidata, per decreto, alle corti d’appello e non più alle sezioni immigrazione dei tribunali, ormai invise al governo.

Così, dopo una pausa di oltre due mesi si riparte. Non più con la nave Libra, che tante polemiche aveva sollevato per i costi a fronte dei pochissimi migranti trasferiti nei due viaggi di metà ottobre e inizio novembre. Stavolta tocca al pattugliatore gemello, il Cassiopea, già nelle acque internazionali vicino a Lampedusa, pronto a caricare migranti da trasferire nell’hotspot di Shengjin, dove avverrà il secondo screening e saranno presentate le domande di protezione internazionale, poi vagliate dalla Commissione territoriale quando i richiedenti saranno stati portati nel centro di Gjader. Dal momento dello sbarco, la Questura di Roma ha 48 ore per chiedere al giudice competente (la corte d’appello di Roma) la convalida del trattenimento e il magistrato ha lo stesso momento da quando riceve la richiesta. Ma, ancora una volta, il giudizio rischia di essere sospeso a causa dei rinvii pregiudiziali pendenti presso la Corte europea, che non dovrebbe decidere prima di aprile. La sospensione delle convalide, come già avvenuto ai primi di ottobre, comporta l’immediato rilascio dei richiedenti che dovranno essere portati in Italia e inseriti nel sistema di accoglienza.

Allora perché rischiare nuovi viaggi a vuoto? Perché nel frattempo ci sono state due sentenze della Cassazione che, hanno dichiarato numerose volte i ministeri competenti e la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni, avrebbero dato loro ragione, confermando la responsabilità del governo di designare i Paesi “sicuri” e lasciando ai giudici la sola possibilità di sindacare sulla situazione individuale del singolo migrante rispetto al suo Paese d’origine. Insieme al passaggio di competenze alle Corti d’Appello, alla luce delle sentenze della Cassazione l’esecutivo sembra confidare in un esito positivo per le nuove richieste di convalida dei trattenimenti in Albania. Chi non concorda ha più volte osservato che, al contrario, la Cassazione ha ribadito l’obbligo del giudice di verificare non solo la situazione attuale del Paese designato come sicuro, ma anche la legittimità della designazione operata dal governo. Concetto già espresso dalla Corte di giustizia europea nella sentenza del 4 ottobre scorso, dove si chiarisce che, viste le implicazioni per l’esame della domanda e il suo esito, la designazione “è un elemento procedurale” e in quanto tale il giudice deve comunque verificarne la legittimità.

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