Serie A, confermato l'ad De Siervo: perché è la vittoria di Inter e Juventus. Il blocco che ha sconfitto Lotito e De Laurentiis
Oggi alle 10:15 AM
Presidente nuovo, amministratore vecchio. La Serie A chiude la pratica per la scelta dei vertici: dopo l'elezione di Ezio Maria Simonelli alla presidenza, ecco la conferma di Luigi De Siervo per la parte operativa. Vince la nuova maggioranza, guidata da Inter, Juventus, il blocco delle big. Perdono Lotito e De Laurentiis, sempre più all'angolo, dopo che anche le ultime manovre sono cadute a vuoto.
Con 17 voti su 20 club, la riconferma di De Siervo arriva quasi all'unanimità, praticamente un trionfo. In parte, è il riconoscimento a colui che ha pilotato la Lega negli ultimi tre bandi per i diritti tv, in cui è riuscito miracolosamente a strappare il famoso miliardo (o giù di lui) che manda avanti il carrozzone, evitando un disastro annunciato. E sarà ancora lui quindi a dare le carte nel 2029, quando scadrà l'attuale contratto con Dazn. Non sarebbe stato facile trovare un altro manager in grado di districarsi nella giungla dei diritti tv.
De Siervo però è stato anche fortunato a intercettare una contingenzapolitica particolarmente favorevole. Più del curriculum e delle relazioni con i club, fra cui ha preziosi alleati ma ormai anche diversi nemici a cui forse non sarebbe dispiaciuto cambiare, sul voto ha pesato tanto la contrapposizione politica che si è creata in Lega. Dopo aver subito l'elezione del presidente Simonelli, la premiata coppia Lotito-De Laurentiis aveva messo nel mirino proprio la poltrona di De Siervo, per provare ad esprimere un ad a loro gradito. E così su di lui si è coalizzato il blocco delle big, che ha deciso di non lasciare più spazio alle manovredi Lotito.
Come raccontato dal Fatto, proprio il patron della Lazio, con le sue ingerenze e crociate personali (vedi la battaglia contro la Federcalcio di GabrieleGravina), è diventato il vero collante della nuova maggioranza che oggi comanda in Serie A. Squadre che fino ad oggi non erano mai andate particolarmente d'accordo (vedi Inter e Roma, ad esempio), si ritrovano unite. E questo è andato tutto a beneficio di De Siervo, che così ha conservato anche il voto di club che magari avrebbero potuto fare un'altrascelta.
Inutile ogni tentativo di Lotito e De Laurentiis. Prima di Natale era stato sondato Montezemolo, l'ultima idea era Maccanico jr., probabilmente il vero candidato coperto sarebbe stato l'ex Tim, Luigi Gubitosi, ma non si è mai aperto un realespiraglio. Anche il ricorso rivelato dal Fatto contro l'elezione di Simonelli, di cui veniva contestata la candidabilità per i tanti incarichi professionali e i potenziali legami indiretti col mondo del calcio, si è rivelato un autogol: non soltanto perché il Tribunale di Milano ha respinto l'azione. De Laurentiis, che aveva sottoscritto il ricorso insieme al consigliere indipendente Blandini salvo ritirarsi prima dell'udienza, rischia addirittura una penalizzazione in classifica per il suo Napoli per aver violato la clausola compromissoria , la norma che vieta ai tesserati di rivolgersi alla giustizia ordinaria senza essere passati prima da quella sportiva. Lui è tranquillo perché, essendosi sfilato prima dell'udienza, conta di aver fatto venir meno l'oggetto del contendere e cavarsela al massimo con una reprimenda. Ma alcuni club, stufi delle ingerenze di Lotito e De Laurentiis, non hanno gradito affatto la mossa e potrebbero anche denunciarlo. Ma questa è un'altra storia.
Oltre all'ad, sono stati eletti anche i consiglieri di Lega: sono Scaroni (Milan), Fenucci (Bologna), Percassi (Atalanta), Giulini (Cagliari). Il che vuol dire che Marotta (Inter) e Calvo (Juventus) sono probabilmente indirizzati verso il consigliofederale, dove la Serie A con il nuovo statuto avrà quattro rappresentanti (tre più il presidente). Tutti del blocco big, a Lotito non restano neanche le briciole. I giochi sono fatti: con Simonelli e De Siervo, la Serie A oggi ha la sua governance. E soprattutto una nuovamaggioranza.
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