"Zuckerberg scoprì che gli ingegneri modificarono l'algoritmo per limitare la diffusione dei contenuti sulla salute": l'indiscrezione sullo stop al fa

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“Torneremo alle nostre radici e ci concentreremo sulla riduzione degli errori, sulla semplificazione delle nostre politiche e sul ripristino della libertà d’espressione sulle nostre piattaforme”. Così, Mark Zuckerberg, CEO, fondatore e proprietario dell’azienda Meta, ha spiegato lo stop al programma di fact-checking su Facebook, Instagram e Threads, e la sua sostituzione con le “Community Notes“, simili a quelle già lanciate da X, il social media di cui è proprietario Elon Musk. Un cambio di registro improvviso, che, a quanto pare, sarebbe partito da una questione che ha coinvolto personalmente il numero 1 di Meta.

La decisione di eliminare il fact-checking, infatti, deriverebbe da un post, pubblicato dallo stesso Zuckerberg, cui diffusione sarebbe stata limitata proprio a causa delle politiche interne all’azienda di cui è proprietario. A riportarlo è il New York Post. Nel novembre 2023, il fondatore di Facebook si procurò la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro durante un allenamento di jiu-jitsu (un’arte marziale brasiliana). Così, Zuckerberg decise di condividere su Facebook la notizia del suo infortunio, anche per rassicurare i fan. E quindi pubblicò lo scatto che lo ritraeva, sorridente e con il pugno alzato, mentre era sdraiato su un letto d’ospedale.

Quel post, però, sorprendentemente, pare avesse avuto una diffusione estremamente limitata e ricevette “poca attenzione”. “Zuckerberg indagò e scoprì che gli ingegneri di Facebook avevano modificato l’algoritmo per limitare la diffusione di contenuti legati alla salute, a causa del timore che questi potessero contenere informazioni false“, scrive il quotidiano newyorchese citando il Wall Street Journal. L’indagine richiesta da Zuckerberg, dunque, si trasformò presto in una “revisione completa dei declassamenti algoritmici dell’azienda per determinare se si trattasse di un caso di eccesso di zelo”, riporta ancora il New York Post.

Questa versione, però, sarebbe stata smentita da un portavoce di Meta, Andy Stone, che, al Wall Street Journal, ha spiegato che lo stop al fact-checking “si basa su convinzioni di lunga data” e non “sul disappunto di Zuckerberg per il suo post”, che il portavoce ha anche minimizzato. Ufficialmente, stando alle parole del CEO di Meta, il repentino cambio d’opinione sul fact-checking sarebbe un modo per ridurre la “troppa censura”, un aspetto su cui il gruppo proprietario di Facebook, Instagram e Threads, secondo il suo proprietario, si era concentrato troppo. E per rendere ancora più significativo il passaggio, dunque, Meta avrebbe spostato il team di moderazione dei contenuti dalla California al Texas, “per isolarlo dai pregiudizi culturali”.

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