Bastoni svela: "La mia migliore amica è venuta a mancare in seguito a un incidente, è stata la prima grande batosta della mia vita"
Ieri alle 11:25 AM
“Ero un bambino molto timido e riservato. Ho avuto la fortuna che il papà di una mia compagna di classe era un osservatore dell'Atalanta, mi portò a fare un provino e andò bene”. Il cammino del difensore dell’Inter e della Nazionale Alessandro Bastoni comincia da Casalmaggiore, un piccolo paese di 15.000 abitanti in provincia di Cremona. Dà i suoi primi calci nel campetto dell'oratorio sognando di emulare papà Nicola, un passato da terzino nella Cremonese. Per Bastoni il calcio è quindi una questione di famiglia.
“Anche mio padre ha sempre avuto grandi qualità a livello calcistico, forse gli è mancata la testa. Per questo non voleva che facessi il suo stesso errore, scherzando diceva che a livello qualitativo era più forte di me. Dopo il mio esordio in Serie A gli ho fatto presente che non avrebbe più potuto dirmelo”. L’importanza del padre per il difensore è stata immensa non solo per avergli trasmesso i geni calcistici, ma anche per avergli fatto da autista: “È stato fondamentale nel mio percorso. Giocando all'Atalanta dovevo fare 130 chilometri all'andata e altri 130 a tornare, ha sempre fatto da taxi. Senza di lui anche a livello pratico non sarei riuscito a fare quello che sto facendo”.
Ma un grave lutto lo colpisce quando la sua carriera deve ancora sbocciare, facendogli riscrivere la scaletta delle priorità: “La mia migliore amica è venuta a mancare in seguito a un incidente, ero con la Nazionale Under 15 ed è stata la prima grande batosta della mia vita. Mi ha fatto capire come il calcio rimanga sempre un gioco. Penso sempre che dalle esperienze bisogna prendere la parte positiva, anche quando la parte positiva non c’è”.
Uno dei momenti più belli della sua carriera invece è sicuramente la vittoria dell’Europeo a Wembley con la Nazionale di Roberto Mancini: “Ho fatto la gavetta dietro a vere e proprie icone nel mio ruolo. La vittoria finale è stato il coronamento di tanti sacrifici fatti da bambino. Ho avuto la possibilità di viverlo, anche se non in prima persona perché avevo davanti due totem come Chiellini e Bonucci, che mi hanno insegnato tanto”. A marzo l'Italia tornerà in campo per affrontare la Germania nei quarti di finale di Nations League, un confronto che sancirà anche quale sarà il girone degli Azzurri nelle qualificazioni al prossimo Mondiale: “L’obiettivo obbligatorio è partecipare al Mondiale perché è da due edizioni che non riusciamo a qualificarci”.
E Bastoni sarà al centro del progetto di Spalletti, così come lo è in quello di Simone Inzaghi all’Inter. Lanci chilometrici e costante supporto al compagno di fascia Dimarco. Il classe 1999 sa come interpretare al meglio il suo ruolo: “Al difensore moderno non devono mai mancare il coraggio e l'intraprendenza di fare qualcosa che possa segnare la partita. È un ruolo difficile, puoi far bene per 89 minuti e al 90′ commettere un errore e sembra che hai fatto una partita disastrosa.” Ma di strafalcioni grossolani da parte del calciatore dell’Inter si fa fatica ad averne memoria. Anzi, Alessandro Bastoni ha dimostrato più volte di essere uno dei migliori difensori in circolazione. E se, dopo Fabio Cannavaro, fosse lui il prossimo azzurro a vincere il Pallone d'Oro?: “Non è mai stata un'ambizione, essendo realisti è difficile vincerlo per un difensore. La mia soddisfazione è dare assistenza alla fase offensiva senza dimenticare i compiti difensivi”.
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