È improvvisamente mancata all'affetto dei suoi cari la figura del fact checker
Oggi alle 10:41 AM
di Carmelo Sant’Angelo
"È improvvisamente mancata all'affetto dei suoi cari la figura del fact checker. L'omissione fu il suo ideale, la mistificazione la sua vita, la contraffazione il suo affetto. Non l'abbiamo perduta, essa dimora, prima di noi, nella luce del mainstream. I suoi cari ne serbano la memoria nel cuore".
Regalo questo necrologio alle inconsolabili vedove e alle zelanti prefiche pugnalate al cuore dall'inopinata decisione di Zuckerberg. L'algoritmo che Meta utilizzava, allo scopo di epurare la narrazione dagli ingombranti fatti, non esiste più. Esce di scena contestualmente ai "buoni democratici", che tanto si sono spesi per tacitare il dissenso pro Palestina. Nelle colonie d'oltreoceano, al contempo, si affievolisce l'autorità epistemica, che adornava l'eloquio dei nostrani "debunker" (disingannatori). Soggetti zelanti, in grado di setacciare il vero dal falso, ma anche di espungere, con misurati colpi del polso, le informazioni "prive di contesto" o "fuorvianti". Alla fine del lavoro rimane una narrazione omogenea, digeribile, adatta ai palati più delicati, priva di impurità e di elementi estranei. La loro funzione è quella di "gestire la contraddizione", riducendo la "dissonanza cognitiva", che guida il nostro pensiero. Oscurando e mistificando i fatti, edulcorando il racconto, l'opinione pubblica riceve in pasto un omogeneizzato, con l'illusione di un principio di svezzamento dall'ignoranza.
È anche vero che queste amorevoli cure materne hanno degli effetti collaterali. Capita spesso che nella ciotola, posta sotto il setaccio, finisca per depositarsi non una vera e propria menzogna, ma una mera stronz*ta. Perdonate la scurrilità, ma è una citazione tratta dall'opera "On Bullshit" del filosofo americano HarryFrankfurt. In questo breve saggio, il filosofo osserva come "uno dei tratti più salienti della nostra società è che circolino così tante stronz*te", differenziando la stronz*ta dalla menzogna. La prima non è solamente un capovolgimento intenzionale della verità, ma dipende da un sistematico svuotamento del concetto di verità, che si attua mediante una studiata indifferenza rispetto ai fatti. Forse vi ricordate che: il vaccino anti Covid eliminava il rischio del contagio; gli ucraini si difendevano con le bottiglie molotov; il battaglione Azov è una setta di kantiani; i russi usavano le pale sovietiche e i microchip delle lavatrici; Putin arriverà a Lisbona; ogni terrorista elegge la propria residenza in un ospedale o in una scuola; ci armiamo perché vogliamo la pace (e compriamo profilattici per praticare l'astinenza); il vero oppositore è colui che vota come il governo o, al massimo, si astiene; l'autonomia differenziata avvantaggerà le regioni del Sud; vi è uno scontro tra politica e magistratura; siamo sotto la morsa della minaccia imperialista cinese (sebbene i militari cinesi oggi siano presenti solo a Gibuti, a fronte dei 220mila soldati americani dislocati in 642 basi militari in giro per il mondo); la povertà è una colpa; gli americani lavorano per la pace…
Viviamo in una società in cui l'affermazione vera è meno importante di quella efficace. Per questo motivo i missili russi sventrano sempre le camerette dei bimbi ucraini, mentre i droni di Zelensky incendiano chirurgicamente i pozzi petroliferi oppure a Gaza i palazzi collassano "inaspettatamente". Da oggi – forse – sui social Meta tra le ceneri delle case dei ricchi californiani potranno infilarsi anche le misere immagini di qualche campo di sfollati.
Le testate giornalistiche, in ogni caso, continueranno imperterrite a raccontare il mondo che "piace alla gente che piace", mentre i debunker non smetteranno di rilasciare patenti di democraticità e, dai loro pulpiti, dichiareranno invalide le elezioni dei governanti non allineati agli interessi americani. Queste sacre vestali dell'informazione libera e indipendente non avranno pace fino a quando i "nemici dell'Occidente" vivranno sotto il tallone della censura e della propaganda. Il loro difetto è la bontà!
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