Mancato aggiornamento del Piano pandemico: imputazione coatta per 4 dirigenti ed ex dirigenti del ministero della Salute

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Le vicende giudiziarie del Covid non finiscono mai. La giudice di Roma Anna Maria Gavoni ha parzialmente respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura e ha ordinato l'imputazione coatta per quattro dirigenti ed ex dirigenti del ministero della Salute: l'accusa è di rifiuto di atti di ufficio "per il mancato aggiornamento del Piano pandemico Nazionale del 2006" e "l'omessa definizione dei piani di dettaglio". Quando venne aggredita dal virus, nel 2020, l'Italia aveva solo quel vecchio Piano, che peraltro si decise di non applicare.

La Procura dovrà quindi chiedere il rinvio a giudizio per Ranieri Guerra, Giuseppe Ruocco, Maria Grazia Pompa e Francesco Maraglino, i primi due ex direttori della Prevenzione e gli ultimi due tuttora in servizio al ministero appena sotto il direttore. L'imputazione riguarda gli anni successivi al 2013, quando l'aggiornamento del Piano divenne un obbligo per l'Unione europea.

Per il resto sono state accolte le richieste di archiviazione della pm Claudia Terracina, alle quali si opponevano i legali di alcuni dei familiari di persone decedute a causa del Covid. Erano indagati per falso, anche per le informazioni non veritiere trasmesse all'Organizzazione mondiale della sanità circa i piani pandemici italiani, Claudio D'Amario che era a capo della Prevenzione all'inizio della pandemia, i dirigenti Claudio Dionisio e Loredana Vellucci e ancora Maraglino. Per l'ex presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, la giudice ha archiviato un'ipotesi di truffa.

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