La truffa dell'oro, promettevano rendimenti del 48%: cinque arresti. "Le potenziali vittime sono 5mila"
Ieri alle 01:13 PM
Un rendimento del 4% mensile e del 48% annuo. Basterebbero questi numeri a circoscrivere a casi di truffa scoperti dalla Guardia di finanza con indagini, coordinate dalla procura di Milano, che hanno portato ai cinque arresti (di cui uno in carcere e quattro ai domiciliari), 23 milioni di euro sequestrati e 30 perquisizioni in tutta Italia. Le ipotesi di reato contestate riguardano l'associazione per delinquere, l'abusiva attività finanziaria e la truffa. Gli accertamenti del Nucleo speciale di polizia valutaria hanno evidenziato l'esistenza del cosiddetto “schema Ponzi”, un modello economico di vendita, mascherato da un sofisticato sistema societario, imperniato su una capillare rete di promotori che procacciavano i clienti su tutto il territorio nazionale. Con 5mila potenziali truffati.
L’inchiesta –Le indagini hanno al centro l'acquisto di oro da investimento, attività che dal 2019 a oggi avrebbe portato a raccogliere oltre 60 milioni di euro, somma solo in minima parte (circa il 15%) destinata all'effettivo acquisto del metallo prezioso. Originariamente le richiesta di misura cautelare personale avanzate dai pm Francesca Celle e Giancarla Serafini e dall'aggiunto Tiziana Siciliano, erano 7: due persone non sono state rintracciate. Gli arrestati, come spiega il procuratore Marcello Viola dopo l'esecuzione nei giorni scorsi delle misure cautelari firmate dal giudice per le indagini preliminari, Massimo Baraldo, senza “autorizzazioni” hanno “promosso l'acquisto di oro da investimento” da una società a loro riconducibile “e il contestuale deposito del metallo prezioso presso un'altra delle società coinvolte, in cambio di un tasso di remunerazione fisso del 4% mensile (48% annuo), derivante da presunti investimenti nel settore farmaceutico, in realtà mai effettuati“.
Il meccanismo – Per attrarre “nuovi potenziali investitori” avrebbero usato il “passaparola” e “profili social” raggiungendo “una più ampia e diversificata platea”. Gli arrestati, a volte, venivano incontro alle richieste di alcuni dei clienti che chiedevano di “smobilizzare” gli investimenti effettuati, affinché il presunto schema non venisse smascherato. In più, stando alle indagini, “l’organizzazione di esclusivi eventi promozionali” ha “facilitato la creazione di un network relazionale e consolidato la credibilità e la fiducia verso i consulenti”. Dei 60 milioni raccolti gran parte è stata “utilizzata per remunerare i primi clienti” o per il pagamento “di compensi agli ideatori della frode”. Nell'indagine c’è stato un sequestro amministrativo a Valenza (Alessandria), dopo un controllo in strada, di 131 lingotti d'oro per un valore di 800.000 euro, “trovati in possesso di uno dei membri dell'associazione”. Per disincentivare le richieste di restituzione del capitale e di ritiro delle rendite maturate, ai clienti veniva proposta “l’iscrizione a un'associazione culturale, a seguito della quale i tesserati avrebbero avuto accesso a vantaggi riservati, pagando con una valuta convenzionale, spendibile presso una rete di esercizi convenzionati della filiera del lusso.
La prima denuncia –Sono state una madre e una figlia residenti in provincia di Milano, ad aver denunciato per prime. In una vacanza in Alto Adige alle due donne viene proposto l'acquisto di lingotti d'oro, metallo prezioso che sarebbe stato reinvestito dalla società Global group consulting nell'acquisto di prodotti medicali ospedalieri e viene assicurato un rendimento mensile del 4%. Le due donne solo dopo molti solleciti e l’intervento di un legale sarebbero riuscite a riottenere il capitale investito, ma avrebbero denunciato l'accaduto.
Secondo una stima effettuata dalla Guardia di finanza di Trento e contenuta in un'informativa che a dire del giudice sarebbe avvalorata dalle conversazioni intercettate, “l’importo complessivo del risparmio rastrellato dalla Global dal 2019 ad oggi è di almeno 89 milioni di euro, dei quali 4.015.883 euro nella sola zona del Trentino da parte di 185 investitori identificati, mentre la Guardia di finanza di Milano, stima in circa 5.000 il numero degli investitori sul territorio nazionale“. Già ad una prima lettura degli atti si rileva, per il giudice, “la natura truffaldina” delle operazioni di investimento pianificate ed attuate, atteso che un rendimento del 4% mensile e del 48% annuo sul capitale investito è del tutto irrealistico e anomalo.
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