La procuratrice licenziata da Netanyahu e noi

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Si dice che ciò che si apprende attraverso un trauma rimanga maggiormente impresso: il Governo d'Israele ha sfiduciato la Procuratrice Generale, Gali Baharav-Miara, ritenuta una spina nel fianco del primo ministro Netanyahu. Ecco: così funziona nelle democrazie in cui l'esercizio dell'azione penale è sottoposto al potere dell'esecutivo. E' bene non dimenticarlo più, visto che in Italia il governo Meloni sta portando avanti la così detta "separazione delle carriere" tra magistratura giudicante e magistratura procedente, una riforma che come hanno spiegato ripetutamente ed autorevolmente diverse personalità, non serve a niente se non a creare le condizioni per "spostare" la magistratura procedente, ovvero il Pubblico ministero titolare dell'azione penale, sotto il controllo del potere esecutivo.

Una manovra che punta a sua volta, come ha lasciato intendere lo stesso ministro Nordio, ad abolire di fatto la stessa obbligatorietàdell'azione penale che ad oggi è ancora un principio costituzionale, al pari dell'autonomia e della indipendenza della magistratura.

Se a questo si aggiungono la limitazione della possibilità di pubblicare atti giudiziari (il "bavaglio" alla stampa), il taglio alla durata delle intercettazioni, l'abolizione dell'abuso d'ufficio, l'attacco alla Corte dei Conti e di contro l'allargamento inquietante dei poteri di interferenza attribuiti ai Servizi di Sicurezza (contenuto negli articoli 30 e 31 del ddl 1660 "Sicurezza"), il quadro che si ottiene è quello di una democrazia che vira in maniera paurosa verso l'autoritarismo dove chi prende il potere, seppur attraverso elezioni formalmente regolari, punta ad esercitarlo senza riconoscere legittimità alla critica, ai controlli, al limite stesso posto da Leggi e Costituzione.

Ma il punto non è saperle queste cose: le sappiamo! Il punto è che se queste cose accadono in Italia non sembrano serie. Come se l'Italia autoritaria non avesse per davvero prodotto colonizzazione, razzismo, fascismo, guerra e devastazioni. Come se le Fosse ardeatine fossero state una strage nazista (come furbescamente dice La Russa) e non nazi-fascista. Come se la buonanima di Berlusconi oltre a promettere un "Pullman carico di troie" ai giocatori del Monza, non avesse anche promesso un pluridecennale sostegno finanziario a Cosa Nostra (mantenendo questa promessa più di quella… che si sappia). Al gattopardo domestico, abituato al "chiagni e fotti", al familismo amorale ed al clientelismo condonato, riesce abitualmente di prendere la tragedia e farne commedia all'italiana, dove il riso è amaro, ma si trova pur sempre una "Ventottenne" consolatoria.

Allora forse può servire ad imprimere nelle nostre coscienze la gravità di certe condotte illiberali guardarle fatte da chi intanto, mentre defenestra il giudice disobbediente, vive di crimini contro l'umanità patiti ed inflitti. Forse la visione suggerirà l'assenza di soluzione di continuità tra sterminio e mancanza di contrappesi all'arbitrio della forza. Forse a quel punto l'irrinunciabilità dei limiti al potere come pre-condizione della democrazia riuscirà a scavarsi una nicchia dura come noce nel magma marcio del nichilismo disperato che puzza, oltre che di compromesso morale, di morte e radicherà la Costituzione con rinnovate volontà.

Forse così infine apparirà persino incantevole la recente sentenza della Corte di Cassazione italiana che ha dichiarato illegittimi gli atti di indagine fatti dalla Procura di Firenze a carico del giornalista toscano, Simone Innocenti, ordinati al solo fine di risalire alle fonti del giornalista medesimo, fonti che invece il diritto interno, europeo ed internazionale definiscono inviolabili a maggior gloria della democrazia stessa. Incantevole sentenza che in un colpo solo riesce da un lato a far da scudo alla libertà di stampa, contrappeso all'arbitrio del potere importante almeno quanto l'azione penale obbligatoria e dall'altro riesce a confermare la inutilità della separazione delle carriere voluta da Meloni&C.

Perché a rassicurare il cittadino sulla imparzialità della giustizia non saranno due CSM distinti, ma due coscienze libere e distinte.

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