Regno Unito, Musk registra una società: potrà fare donazioni ai partiti. Ma anche gli alleati di Reform Uk mostrano insofferenza
Oggi alle 08:19 AM
Negli ultimi mesi Elon Musk ha puntato il suo sguardo oltre l'Atlantico ed è entrato con forza, con centinaia di post sul proprio social X, in un'arena che finora sembrava lontana dai suoi interessi principali: la politica britannica. Non che il miliardario sudafricano-americano sia nuovo alle controversie, ma il suo recente coinvolgimento nelle dinamiche del Regno Unito sta facendo discutere su scala globale, specie alla vigilia del suo ingresso nell'amministrazione Trump. Quanto è accettabile che una figura così potente e polarizzante, con oltre 210 milioni di followers solo su X, possa influenzare il destino politico di un'altra nazione? Nel 2025, i suoi post su X si sono moltiplicati, spaziando dalle critiche più dure alle politiche britanniche fino a endorsement di figure controverse.
Il bersaglio principale di Musk? Il primo ministro laburista Keir Starmer. A cui Musk non ha risparmiato critiche pesanti, accusandolo di non aver fatto abbastanza durante il suo mandato come direttore della Procura della Corona per affrontare lo scandalo delle grooming gang in città come Rotherham. Come se non bastasse, Musk ha preso posizione a favore di figure controverse come Tommy Robinson, noto attivista di estrema destra, chiedendone persino il rilascio dal carcere a furor di popolo. Molte delle affermazioni di Musk, benché spesso basate su interpretazioni errate, alimentano un dibattito che spesso sfocia nella disinformazione. È un colpo basso o una mossa strategica per screditare il governo laburista?
La scorsa settimana Starmer ha reagito accusando pubblicamente 'coloro che diffondono menzogne e disinformazione", ma, nell'attuale scenario di politica globale in cui Musk è l'uomo più ricco del mondo e un funzionario dell'amministrazione USA vicinissimo ad un presidente imprevedibile come Trump, uno scontro diretto potrebbe avere ripercussioni geopolitiche sfavorevoli per il Regno Unito. E poi c'è Dominic Cummings. L'ex consigliere di Boris Johnson, l'architetto dietro la Brexit, sembra aver trovato in Musk un nuovo alleato. Indiscrezioni parlano di un rapporto stretto tra i due, con Cummings che lo consiglierebbe su come navigare e, forse, destabilizzare la politica britannica. Le loro conversazioni avverrebbero su WhatsApp, dove discutono di strategie per minare i partiti tradizionali e spingere per un governo più "snello": sono gli obiettivi del nuovo dipartimento per l'efficienza di cui Musk dovrebbe prendere la guida sotto la presidenza di Donald Trump.
Musk non si è fermato alle critiche. Ha apertamente sostenuto Reform UK e il suo leader, Nigel Farage, promettendogli una donazione di 100 milioni di dollari che cambierebbe completamente gli equilibri elettorali. Poi sembra aver cambiato idea, sempre via X, suggerendo pubblicamente che Farage dovrebbe essere sostituito, proprio da Tommy Robinson. Tra un tweet e l'altro, Musk ha anche registrato una società nel Regno Unito. La società, denominata “X.AI LONDON LTD”, è stata costituita il 12 dicembre 2024 e indica Musk come l’unica “persona con controllo significativo”. I dettagli sono ancora vaghi, ma secondo la legge britannica è possibile per attori stranieri effettuare donazioni elettorali se hanno società registrate nel Regno Unito.
Le reazioni sono contrastanti. Un recente sondaggio, realizzato da YouGov, fotografa un rigetto di parte dell'opinione pubblica britannica, con il 71% del campione che ha espresso un'opinione nettamente negativa. Perfino fra i simpatizzanti di Reform Uk, finora sostenitori anche di Musk, e forse a causa delle critiche a Farage, il rifiuto per il tecnomiliardario è salito dal 24 al 41%.
L'articolo Regno Unito, Musk registra una società: potrà fare donazioni ai partiti. Ma anche gli alleati di Reform Uk mostrano insofferenza proviene da Il Fatto Quotidiano.