
"Attenzione, le cuffie con cancellazione del rumore stanno riprogrammando il tuo cervello. E si rischia di perdere l'udito": l'allarme dei medici

03/25/2025 05:21 AM
La diffusione di auricolari e cuffie che ti permettono di ascoltare la musica in santa pace filtrando i rumori in maniera attiva, sembra stia provocando problemi alla capacità di discriminare e riconoscere i rumori di un ambiente. Parliamo in particolare di dispositivi dotati di microfoni interni ed esterni che individuano i rumori ambientali indesiderati facendo in modo che il circuito interno emetta suoni a una certa frequenza capace di eliminarli. Recentemente il DailyMail ha lanciato l'allarme di alcuni esperti britannici perché ritengono che questi tipi di auricolari e cuffie che bloccano i suoni ambientali siano responsabili dell’aumento del numero di giovani indirizzati ai servizi di audiologia del Servizio Sanitario Nazionale. Cos'è stato osservato precisamente? Quando arrivano ai servizi di audiologia – lo riporta sempre il DailyMail – spesso si scopre che il loro udito è a posto. Qual è allora il problema? Probabilmente è di tipo neurologico: il loro cervello riprogrammato fa fatica a elaborare e differenziare i suoni. Nei casi più gravi, si parla di disturbo dell’elaborazione uditiva (APD), una condizione in cui è difficile comprendere i suoni, incluse le parole pronunciate, soprattutto in luoghi rumorosi, come un’aula scolastica, o se le persone parlano velocemente.
Ragazzi più a rischio di disturbo uditivo?
Si stima che circa il 5% delle persone di età pari o inferiore a 18 anni soffra di APD. Inoltre, secondo un recente rapporto della BBC, dato che i bambini che presentano questi sintomi sono più numerosi di prima, gli audiologi si stanno chiedendo se alla base potrebbe esserci proprio l’aumento dell'uso di cuffie antirumore. Sotto osservazione sono comunque i giovani: sarebbero più a rischio perché "le capacità di ascolto più complesse e avanzate del cervello si completano realmente solo verso la tarda adolescenza", ha dichiarato Claire Benton, vicepresidente della British Academy of Audiology, in un articolo su The Times. Un recente studio pilota condotto da Hearing Diagnostics ha esaminato le capacità di elaborazione dei suoni del cervello delle persone. E ha scoperto che "gli over 50 hanno ottenuto risultati inaspettatamente migliori rispetto agli adulti sotto i 30 anni, quando ci si attenderebbe che l’udito e l’elaborazione peggiorassero con l’età", ha sottolineato ancora Benton. I ricercatori, che stanno pianificando uno studio più ampio, hanno ipotizzato che l’uso intensivo delle cuffie da parte del gruppo più giovane potrebbe avere un impatto negativo sulla loro capacità di elaborare i suoni. In sintesi, si pensa che indossare queste cuffie crei un ambiente fittizio in cui si ascolta solo ciò che si desidera ascoltare. Per contro, la capacità di sentire e discriminare i suoni si può migliorare con il giusto allenamento, aiutando a "ricostruire" i percorsi cerebrali alterati attraverso la riduzione dell’uso delle cuffie, in modo che la persona senta di nuovo il rumore di fondo.
Il parere dell'esperta
"I dati che la letteratura scientifica presenta sono in realtà contrastanti – spiega al FattoQuotidiano.it la professoressa Cecilia Perin, responsabile dell'Unità Operativa Clinicizzata di Riabilitazione Specialistica delle Gravi Cerebrolesioni presso gli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza -. "La prima considerazione riguarda il fatto che queste esperienze sonore sono diverse nel giovane in crescita perché il cervello si sta sviluppando. Il sistema uditivo è un sistema sensoriale complesso e nel bambino è in costante crescita e mutamento, e permeabile alle esperienze; ciò è diverso nell'adulto, in cui è ormai strutturato in base alle abitudini del passato, in cui l'esperienza di catturare e filtrare i suoni dall'ambiente è meno condizionata dall'uso di auricolari e, ancora di più, da cuffie oggi in grado di filtrare i rumori di fondo. Per cui in età adulta, si possono creare delle sovrapposizioni di abitudini nuove e vecchie. E nelle ricerche non sempre viene applicata una discriminante di questo tipo, oltre che essere molto difficile tenere separate tutte queste componenti".
Professoressa Perin, come funziona nel cervello la decodifica dei suoni?
"Il lobo temporale svolge un ruolo cruciale nella decodifica dei suoni e dei rumori ambientali, attraverso processi di discriminazione primaria e secondaria. L'area uditiva primaria è responsabile dell'elaborazione di base delle caratteristiche acustiche del suono, come frequenza, intensità e durata. Successivamente, l'area uditiva secondaria, che coinvolge anche altre regioni del cervello, permette un'analisi più complessa, consentendo il riconoscimento e la distinzione tra rumori di fondo e segnali significativi, nonché l'interpretazione semantica di suoni e parole. Questo processo è fondamentale per la percezione del linguaggio, la memoria uditiva e l'interazione con l'ambiente circostante. L'ipotesi è quindi che, durante l'età evolutiva, l'uso di queste cuffie antirumore potrebbe ridurre la capacità di discriminare i rumori agendo sulla capacità di riconoscerli".
Negli adulti sarebbe quindi meno possibile?
"Nell'adulto il processo di decodifica di suoni e rumori è già formato, ma può essere indotto a impigrirsi nelle sue capacità discriminative in concomitanza dell'uso continuo di dispositivi di questo tipo. Ma come detto, sono ancora ipotesi: alcune ricerche sembrerebbero confermarle, mentre altre indicano risultati contraddittori. Di sicuro, per quanto riguarda l'osservazione diretta del comportamento di bambini e ragazzi, stiamo notando quanto sia sempre più difficile richiamare la loro attenzione. Spesso quando stai loro parlando non sembrano ascoltarti, come immersi nei loro pensieri o suscitando il sospetto che non sentano bene. In realtà, in molti casi non stanno dando attenzione al suono delle tue parole".
In attesa di avere altre conferme, come comportarsi?
"È sempre difficile regolamentare l'uso di smartphone, ancora di più se abbinato a quello degli auricolari. Di fatto, sarebbe bene usarli solo qualche ora al giorno, riservando le cuffie all'ascolto solo di musica o di informazioni specifiche, come l'apprendimento di una nuova lingua. E in particolare, ponendo attenzione a un altro aspetto che meriterebbe uno specifico approfondimento, quello del volume di ascolto: non dovrebbe mai superare gli 85 dB, comunque non più del 60% del volume massimo per non più di 60 minuti consecutivi, prendendosi poi una pausa".
L'articolo “Attenzione, le cuffie con cancellazione del rumore stanno riprogrammando il tuo cervello. E si rischia di perdere l’udito”: l’allarme dei medici proviene da Il Fatto Quotidiano.